I tronchi galleggiano sull’acqua, se faccio un tronco di ferro affonda. Ma allora come cavolo fanno le navi a galleggiare?
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Quella nella foto e’ la superpetroliera AbQaiq di ben 300.000 tonnellate ( guardate qui per altri dettagli ). Questa domanda me la pose il professore di Meccanica dell’istituto tecnico Albert Einstein qui di Roma. Il responso fu un bel 7 e una risposta di cui vado ancora fiero. Come al solito per maggiori dettagli dopo il more.
Il signore della foto e’ Archimede di Siracusa, da non fraintendere con Archimede Pitagorico che e’ questo qua.
A lui si deve lo studio di quel fenomeno fisico che fu nominato spinta di Archimede, che cito:
Un corpo immerso nell’acqua riceve una spinta verso l’alto pari al peso del volume di acqua spostato, di cui ne ha preso il posto.
Una nave e’ vuota al suo interno quindi galleggia perche’ il volume di acqua che occupa (la sua parte immersa) pesa di piu’ di tutta la nave stessa.
Parlando da fisico si deve far in modo che la componente di forza che spinge verso l’alto della “nave fatta di acqua” sia piu’ forte del peso della nave. Se questa forza fosse minore, il peso della nave la porterebbe verso il basso affondandola.
Sulla base di questo gioco di forze i sommergibili, incamerando o espellendo acqua, riescono a immergersi o a emergere.
La generalizzazione del principio:
Un corpo immerso (totalmente o parzialmente) in un fluido riceve una spinta (detta forza di galleggiamento) verticale (dal basso verso l’alto) pari al peso di una massa di fluido di forma e volume uguale a quella della parte immersa del corpo.
In cui non si parlava piu’ di liquidi, ma piu’ in generale di fluidi, permise l’invenzione delle mongolfiere, dei palloncini per i bambini ( 😀 ) e dei dirigibili.