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06122016: pija’ d’aceto

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pija’ d’aceto
anna’ in puzza
La prima espressione, “prenderla d’aceto”, ha il significato di reagire con esagerazione, offendersi o prendersi collera per qualcosa che e’ stata appena detta (uno scherzo, una critica, un commento salace, od altro): che esaggerato, l’ha pijata d’aceto. La metafora si riferisce a qualcuno il cui atteggiamento amichevole si fa aspro, così come il sapore di un buon vino che si sia tramutato in aceto. La parola “aceto” va sempre pronunciata “asceto”, con un suono molto morbido.

La seconda espressione (di cui alternative sono annacce in puzza e anna’ de puzza) appartiene al dialetto contemporaneo, e significa letteralmente “cominciare ad avere cattivo odore”, piu’ o meno come una derrata deperibile fa quando diventa guasta. La metafora e’ assai simile, sebbene questa sia usata quando qualcuno diviene palesemente alterato o irritato nel perdere la faccia davanti ad altri (ad esempio nell’essere deriso o sbeffeggiato, oppure nel perdere una sfida, e così via) invece di mantenere il controllo di se’ stesso: quanno s’e’ arzato rideveno tutti, e lui c’e’ annato (c’e’ ito) un po’ in puzza.

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