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Riduzione dell'immondizia - progetto Thor

14122017: Riduzione dell’immondizia – I limiti del progetto Thor

Riduzione dell'immondizia - progetto Thor
Riduzione dell’immondizia – I limiti del progetto Thor

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Premessa:
Facciamo i lavori a casa e vengo colpito da questa invenzione: Il mulino trituratore di calcinacci

Il materiale frantumato viene vagliato e raccolto in due recipienti, uno per la parte piu’ grossa ed uno per la sabbia; quest’ultima viene riutilizzata per il rifacimento del nuovo sottofondo mentre la parte rimanente viene raccolta in sacchetti e smaltita. L’utlizzo del frantoio ha consentito un notevole risparmio sia in termini di acquisto di materiali (viene RICICLATA la sabbia dello smantellato) che di movimentazione del materiale (fatica, tempo e disagi nel movimentare i calcinacci non frantumati).

E quindi mi sono chiesto perche’ non utilizzano una cosa simile in discarica?

Una idea per diminuire i volumi dei rifiuti fu sviluppata nel 2003 dal CNR, per il progetto THOR (Total HOuse waste Recycling), l’acronimo che tradotto dall’inglese significa “riciclo totale del rifiuto domestico”, e’ una tecnologia sviluppata dal CNR, insieme alla societa’ ASSING SpA di Roma, per il trattamento meccanico dei rifiuti solidi urbani e la produzione di CDR in polvere. Il sistema THOR mira alla separazione e valorizzazione di materie prime e di combustibile pulito dai rifiuti, in particolare dai rifiuti urbani.

Il prodotto finale e’ un materiale pulverulento con elevato potere calorifico, bassa umidita’ e ridotto contenuto di sostanze contaminanti. In funzione dei rifiuti trattati in ingresso, il prodotto puo’ anche arrivare a soddisfare i requisiti di un CSS (Combustibile Solido Secondario) in quanto povero di metalli pesanti e di cloro e ricco di frazione combustibile.

Il progetto naufrago’ per l’elevato consumo elettrico e quindi il grosso dispendio energetico ed economico che comportava.
Da Wikipedia:

Non essendo stato possibile disporre di ulteriore documentazione tecnica, si puo’ solo affermare che la tecnologia in questione risulta caratterizzata da consumi energetici piuttosto elevati in grado di inficiarne la sua fattibilita’ tecnico-economica. Tali consumi sono legati alla fase di pretrattamento (concettualmente del tutto simile ad un impianto di produzione di CDR), all’ultramacinazione (per la quale viene dichiarata una richiesta di circa 50 kWh/t)

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